Il giornale del bar la mia ossessione mattutina - Level: advanced
La mia storia d’amore con Roma è iniziata nei bar, la mattina. Non so cosa sia successo, ma ho improvvisamente smesso di fare colazione a casa per il piacere di un cornetto e di un cappuccino, seduta al tavolo o appollaiata(1) sullo sgabello di fronte al bancone. Il mio obiettivo? Sorseggiare un cappuccino bollente - sì mi piace così, ustionante(2) con cacao e senza zucchero, mordere un cornetto caldo integrale al miele - integrale o no, è una delle cose più malsane che si possano mangiare di primo mattino - e soprattutto sfogliare(3) “Il Messaggero”. Attenzione: io non comprerei mai “Il Messaggero”, decisamente non è il mio quotidiano prediletto(4). Eppure, quando lo trovo al bar, libero e disponibile, messo lì apposta per i clienti, mi sale una strana euforia, la cui origine resta per me tuttora un mistero.
È il piacere di concedersi un po’ di tempo in più, di non correre ancora, perché poi la giornata sarà dura. Ogni giorno infatti può essere il giorno giusto per essere risucchiati dal caos rabbioso di una città completamente in panne(5): uno sciopero, una manifestazione, un’udienza papale, una pioggia poco romana. Ogni settimana almeno una di queste possibilità è in agguato.
Ecco perché il momento del giornale al bar è diventato il mio rito, la mia quiete prima della tempesta. Annebbiata(6) dagli zuccheri e intontita(7) dal latte caldo, leggo i titoli e qualche articolo - a patto che non sia troppo tragico – non è ancora l’ora di attivare la coscienza.
Mi piace molto l’atmosfera dei bar romani. Mi piace sfogliare il giornale e intanto ascoltare le chiacchiere, le battute e le risate. Ma soprattutto mi piace indugiare(8), sapere che forse dovrei andare, che è tardi; e invece resto ancora qualche minuto e leggo l’oroscopo. “Ma sì” penso, “che sarà mai(9)“. Eccola Roma, è tutta in questo “ma sì” o meglio, come dicono loro, “Massì” con due esse che sembrano quattro.
Ogni mattina ovviamente mi dico che è ora di smetterla(10), che il cornetto e il cappuccio sono letali a lungo andare, che risparmierei soldi e ne guadagnerei in salute se restassi a casa e mi preparassi un buon latte di soia con fette biscottate, marmellata di mirtilli, mandorle e banane. Ma poi la tentazione è troppo forte. In fondo il mio “Il Messaggero” è lì e non aspetta che me. Ma sì.
***
Attività per lo sviluppo del lessico: scegli, tra le espressioni date, quella che secondo te corrisponde alla parola indicata. Se non la conosci, riguarda il contesto in cui è usata nel brano.
1) appollaiato:
accovacciato
stravaccato
seduto composto
2) ustionante:
denso
bollente
avvolgente
3) sfogliare:
osservare
girare le pagine
leggere con attenzione
4) prediletto:
preferito
ideale
prenotato
5) in panne:
invaso
caotico
guasto
6) annebbiato:
confuso
eccitato
affranto
7) intontito:
gonfiato
appesantito
stordito
8) indugiare:
riflettere
aspettare
sognare
9) “che sarà mai”:
“che cosa succederà”
“non m’interessa”
“non è poi così grave”
10) smetterla:
risolvere una situazione
interrompere un’azione
cambiare idea
***
Soluzioni
1) appollaiato: stare piegato, con il corpo raccolto, come un uccello su un ramo.
2) ustionante: bollente, che scotta.
3) sfogliare: girare le pagine di un libro, di un giornale. Ha origine dalla parola “foglia”.
4) prediletto: preferito.
5) in panne: quando un meccanismo o un motore ha un guasto e non funziona più (es. “Ho l’automobile in panne”).
6) annebbiato: ha origine dalla parola “nebbia” e in questo caso significa “confuso”.
7) intontito: che non capisce più bene; ha origine dalla parola “tonto”, stupido.
8) indugiare: aspettare, tardare a fare qualcosa.
9) che sarà mai: non è grave, è esagerato preoccuparsi.
10) smetterla: sospendere un’azione, non fare più qualcosa.
***
E tu, hai un rito mattutino?